domenica 11 agosto 2013

Per Aristotele...

Per Aristotele: “Le sedizioni nascono non per cose di poco conto ma da occasioni di poco conto per cose importanti”. 
Il termine stásis indica ribellione, sollevazione, rivolgimento, discordia, sommossa. Indica il capovolgimento dello status quo introducendone la genesi: il fatto – banale come ogni fatto che si rispetti – è inconsistente se lo si commisura alle conseguenze provocate. Malgrado questo, l’accadere del fatto è strettamente legato a cose importanti. A tutti gli effetti è l’occasione che le cose importanti colgono per scatenare tutta la loro potenza.
In questa sequenza a esprimersi è la malizia della Storia: le cose importanti necessitano della stupidità di un fatto per mostrare la carica rivoluzionaria rispetto all’esistente.
Basta ricordare la causa della prima guerra mondiale e tutto si tiene.

Certo, usare Aristotele per commentare la sentenza di condanna per Berlusconi appare ed è uno spreco. Ma, fedeli alla foga di consumare propria dell’Occidente, pure conviene provare.
Il fatto è di una banalità disarmante: la Cassazione legittima e ratifica la condanna di Berlusconi. Anche le prime conseguenze, a dire il vero, sono di una banalità spaventosa: chi invoca la grazia, chi evoca il rischio di guerra civile, chi si dice pronto a tutto e chi organizza un comizio agostano per urlare la propria innocenza.

Insomma, le cose importanti che pure agitano il nostro tempo pare abbiano scartato la sentenza Berlusconi per scatenare la loro implicita potenza.
Inutile esercitarsi a scrutare i progetti della Storia.

Resta malizioso e intatto il dubbio: la sentenza Berlusconi è un fatto troppo banale o troppo poco banale per rappresentare l’occasione del mostrarsi delle cose importanti?    

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