venerdì 16 agosto 2013

Scomodando Eraclito:

il Presidente Giorgio Napolitano non dice né nasconde, ma accenna.
A cosa?
Non certo alla divisione dei poteri, non alla possibilità di vagliare una richiesta di grazia né alla necessità di mantenere in piedi o sedute le larghe intese.
Queste cose, appunto, le dice.
Quelle che nasconde, poiché nascoste, non possono farsi parola.
Ma, a cosa – senza essere mai nominato – rimanda il discorso del Presidente?
Cosa indicano le sue meditate parole?
Ebbene, il discorso scritto di Napolitano accenna a quell’unico potere realmente vigente in Italia: il suo.
Rimanda, immediatamente, alla sua carica: legalmente e legittimamente riconosciuta dagli Italiani.
Legittimità sta qui a significare che la presidenza della repubblica gode di un fondamento sostanziale – di un fondamento che trascende la pura legalità del diritto positivo – e che tale fondamento è riconosciuto come tale dagli Italiani.

Si aggiunga che tale legittimità, al momento, è posseduta solo da Napolitano…

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