il Presidente Giorgio Napolitano non dice né nasconde, ma accenna.
A cosa?
Non certo alla divisione dei
poteri, non alla possibilità di vagliare una richiesta di grazia né alla
necessità di mantenere in piedi o sedute le larghe intese.
Queste cose, appunto, le dice.
Quelle che nasconde, poiché
nascoste, non possono farsi parola.
Ma, a cosa – senza essere mai
nominato – rimanda il discorso del Presidente?
Cosa indicano le sue meditate
parole?
Ebbene, il discorso scritto di
Napolitano accenna a quell’unico potere
realmente vigente in Italia: il suo.
Rimanda, immediatamente, alla sua
carica: legalmente e legittimamente riconosciuta dagli
Italiani.
Legittimità sta qui a significare che la presidenza della
repubblica gode di un fondamento sostanziale
– di un fondamento che trascende la pura legalità del diritto positivo – e che
tale fondamento è riconosciuto come tale dagli Italiani.
Si aggiunga che tale legittimità, al momento, è posseduta
solo da Napolitano…
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