giovedì 21 novembre 2013

Il tentativo…

Di risolvere in prosa il detto poetico ben presto risultò infruttuoso. Allo stesso modo fissare in immagine l’evanescenza di un volto…non colto nel momento di prendere un tram a via Diocleziano. Apparve ardua impresa. Si dovrebbe aggiungere l’impossibilità di trascrivere un nome – volendo…Claudia – all’interno di un orizzonte concettuale che ne stabilisca una precisa consistenza spaziale e una certa durata temporale. Valga il poco come mancata introduzione a questi versi di Montale: E il Paradiso? Esiste un Paradiso?/ Credo di sì, signora, ma i vini dolci/ non li vuol più nessuno.

lunedì 11 novembre 2013

Oggi poi –

quasi a voler bilanciare il tuo ennesimo novembre – inizi a parlarmi dello “strutturarsi dell’immediatezza”. [Per quanti sforzi tu faccia, mostri la tua proverbiale stupidità: La struttura originaria non ammette cedimenti esistenziali.] Dai la colpa al telefono, alle interferenze, alla mia voce roca…[Chiedi: e le interferenze? Sono troppe. Anche le tue…] Non troviamo un motivo valido per sorridere di qualcosa. Ci sopportiamo il classico pezzo sul freddo incipiente e sulle mezze stagioni. Poi chiedi del tempo. Cattivo, come sempre.

Il maglione rosso...

...Lo comprai al Paese, il mio Paese. Lo rubasti perché – dicesti – tocca in qualche modo ripetere il ratto delle sabine. [Iniziavo a ridere, come allora mai più…] Dicesti che sbagliavo a leggere il Platone teoretico – mi sarebbe in eterno mancata la poesia dei dialoghi minori: Minori? Maggiori – rispondesti. [Eri fatta così. Ogni tuo giudizio era giudizio universale, teodicea necessaria, ordine prestabilito, immutabile norma che stava e sta prima di ogni cosa.] [Ero molto più giovane e molto più semplice di adesso: tentavo ribellioni senza vittime, accomodamenti con ghigliottina e tutti quei francesi…] Ricordo dei bellissimi lampadari che illuminavano a casa tua. Non mia. [Oggi ho letto un libro che ha infastidito il mio equilibrio. E, resuscitato qualcosa del mio passato…]

domenica 10 novembre 2013

[...]

Pure è stato scritto: “Mio caro passato, sei sfiorito.” Tutto accade nell’animo di un mancato eroe che a furia di scrivere “lettere non d’amore”…si nasconde tra innumerevoli introduzioni scritte da altri. [Mentre qui, tra verità e finzione si tenta di custodire parole che, pronunciate un tempo o forse mai, restituiscono direzione e tempo a quel tempo che, tra verità e finzione, s’allontana, si restringe, per poi dilatare solo i nostri occhi…] Certo, Viktor Sklovskij sarà stato, almeno nelle sue pagine e malgrado i proclami dei suoi titoli e intenzioni, un uomo sentimentale. Lo è stato sul serio. Farà dire a qualcuno: “Alja, sono assolutamente smarrito! Capisci di che si tratta; mentre ti scrivo queste lettere, scrivo anche un libro. E ciò che accade nel libro si è assolutamente confuso con ciò che accade nella vita…” Ecco: in questa confusione stiamo a confondere la logica del senso comune…

giovedì 7 novembre 2013

Al risentito di turno...

...Tocca rispondere con un laconico Pasolini d'annata: "Io so." [Ed è una vera tristezza.]

mercoledì 6 novembre 2013

Il risentito...

...E' qualcosa di più e qualcosa di meno del fesso classico. Nascosto nella sua divorante invidia, immerso nella sua cosciente pochezza che – con poca fantasia – pensa di trasferire agli altri [e qui dimostra di essere fesso moderno] , vive tristissime stagioni di inutilità sociale e esistenziale. Sostanzialmente è un irrisolto: sta lì a covare odio mentre – e questo è un merito dell’Occidente – la gente se ne fotte di quello che pur potrebbe pensare [parola grossa…] Insomma, è tutta una bramosia negativa che non permette al suo risentimento sfoghi naturali e umani. Ciò posto vive il dramma della sua solitudine. Riconoscibile a chilometri di distanza non può – per definizione – essere invidiato da cose, persone, animali, fiori e città. Mancai qualcosa?

venerdì 1 novembre 2013

Raccontasti...

...Di uno strano disinteresse. [Era questa la parola esatta che volutamente non usasti.] Davi la colpa a Galvano Della Volpe: uno dei miei tanti tentativi per creare incrinature nella genialità dell’attualismo. [Non ho mai capito il tuo interesse per le mie letture. Dicevi che la filosofia italiana era qualcosa di morto…ma comunque esprimevi giudizi.] Il tutto molto sbrigativamente: non puoi barattare Giovanni Gentile per uno che si chiama Galvano…Dissi: Ma se non hai letto né l’uno né l’altro…Concludesti: Appunto, non puoi.