martedì 21 gennaio 2014

[II] Segreteria regionale PD.

Al momento sono tutti in attesa, in fermento e ovviamente in riunione. Non manca nessuno all’appello: i renziani della prima e della seconda ora, i cuperliani di oggi già bersaniani di allora – e i bersaniani di allora già renziani di oggi – i civatiani e i lettiani. A latere c’è la distinzione geografica tra chi aspetta la parola risolutiva da Roma e chi pretende la stessa parola dalla Campania. Tra quelli che se non organizzano un tavolo ben rappresentativo nella Capitale vivono la sconfitta di non essere commissariati e quelli che un tavolo più ristretto lo vorrebbero organizzare in Campania vivendo il dramma della possibile non ratifica a Roma. Insomma è tutto un discorso sulle negazioni, sull’assenza, sulle contraddizioni. Un tempo si diceva aporie: sentieri ostacolati da macigni. E dunque occorre trovare tratturi mai battuti, un po’ tortuosi, nella speranza che la matassa trovi la sua ordinata ricomposizione. [Lo scrivente, ovviamente, per vecchie letture sedimentate, è ben lungi dall’accogliere istanze moralistiche. Del tipo: quali idee del PD si stanno ragionando e combattendo? O l’arcaico ricorso all’ascolto dei territori. Attualmente – confesso senza ironia – sono favorevolmente sorpreso dallo sforzo di fantasia che tutti stanno mettendo in campo. Indipendentemente dalla presa o ripresa del “potere” tale sforzo va segnalato come elemento forte di vitalità del PD regionale. Visti i tempi, non è poco.]

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