martedì 24 settembre 2013

II. Cara Claudia,

la discesa al piano non fu impresa facile. Il viaggio – come ogni viaggio – non permise che i pensieri si coagulassero in qualcosa di specifico e chiaro. E dunque, tornato al piano…Pure mi andavo chiedendo quanta Claudia avessi perso e quanto di Claudia guadagnato. Fingiamo di fare un esempio: quanto di quei capelli neri che, pure, mi toccò respirare in montagna – il cui incanto, sia detto per inciso, fu il tuo incanto – ecco quegli stessi capelli in quale luogo avrei potuto ritrovare… [Ma, ora che la mia punteggiatura impazzita ha bisogno di adeguarsi alle leggi del piano, ora che con improvviso piacere torno alle letture del piano, ora che mi accingo agli affetti del piano (sai bene che non ho mai temuto il cacofonico uso delle ripetizioni…In pochi se lo permisero con eleganza) ecco, pure mi chiedevo, la metamorfosi interesserà anche i miei capelli che invecchiando invecchiano col bianco…] E fu così che indagando quel luogo, mi accorsi che lì si respira aria di passato remoto: il niente di ciò che allora fummo.

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