venerdì 27 settembre 2013

IV. Cara Claudia,

l’approssimarsi al suolo sacro dell’attualismo implica che qui si dia almeno notizia di via Diocleziano che è, a tutti gli effetti, una strada di Napoli. L’implicazione, ovviamente, non è necessaria ma, interessa se interessa, l’esistenza oggettiva dello scrivente. Andrà discussa, poi, la possibilità che quella strada possa interessare anche il tuo vissuto…Dunque: Giovanni Gentile non lo legge più nessuno. Neanche tu…Ben presto ti decidesti per l’esterofilia filosofica prendendo in giro – come solo tu sai fare – uno che s’attardava in questo pensatore che aveva tutti i difetti: italiano, fascista, rinnegato dalla storia patria. Ma io, già allora avvezzo alle contraddizioni e alle sfide, lo leggevo proprio per questo. Inutile dire che Gentile è un gigante del pensiero…come è impossibile raccontare le sensazioni provate leggendo “Teoria generale dello Spirito come atto puro”. Ma, in questa missiva è di via Diocleziano che si deve parlare. Parlare di una strada…lo ritieni possibile? Attardarsi in descrizioni che non interessano neanche me. O di una stufa a gas che ci riscaldava a stento…

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