venerdì 25 ottobre 2013

Ci toccò –

quasi fosse un lascito di una vecchia ereditiera – leggere, ognuno per conto suo, quei passi straordinari che Musil dedica alla “meraviglia”. [Mi viene da pensare a quei tanti fessi che si sono legittimati leggendo quarte di copertina e bignami risparmiandosi lo sforzo della lettura. E ne conosco tanti…] Volutamente ti evito strazianti citazioni e mi soffermo su quel giardino dove gli amanti gemelli continuano a dirsi cose nascondendosi la cosa del loro amore. Per quanti anni? Ma quel giardino, che ora mi pare di ricordare, sarà mai esistito almeno nella mente di Musil? Mi evito lo sforzo di andare a controllare. Eppure il libro sta qui, sul tavolo della mia scrivania e sono certo che il segnalibro mi condurrebbe proprio lì…Ma desisto. [E’ una strana lotta che ingaggio con la mia memoria volontaria…Forse è solo la volontà di segnare la distanza tra la meraviglia terrorizzante che ancora sei e il mio anestetizzato ricordo. O forse, il tentativo inutile di non interrompere la tessitura che la Dea Abitudine con solerzia costruisce da quando, in quel giardino, enumeravi cose per distrarre i tuoi capelli dai miei occhi.]

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