domenica 13 ottobre 2013

“Il destino è il verbo dell’assoluto”.

Il tuo ultimo regalo: A. Emo, “Supremazia e maledizione. Diario filosofico 1973”. Avendo coscienza della definitività della situazione, scegliesti un libro che – almeno nelle tue intenzioni – avrebbe dovuto incrinare la mia fede nell’attualismo. [Ormai di tutto incolpavi Gentile. Sembravi e eri ridicola e bella. Fu allora, credo, che iniziai a porre la stupidità come pre-condizione dell’apparire del Bello…]. Ti eri premunita: scegliesti un “allievo” di Gentile per scavare nella purezza dell’atto…Quale atto? Comunque, dolce Claudia qui si voleva solo citare un passo del tuo Emo. Questo: “Una lettera è un dialogo con una assenza (monologo che diviene, che si scopre dialogo). E’ un missile teleguidato da una assenza e che la insegue. Anzi è l’assenza stessa che diviene presenza, dando la sua forma indefinibile al monologo della lettera”. Mi sembrava giusto ricordare, oggi, queste parole.

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