domenica 20 ottobre 2013
XIV. Cara Claudia,
leggo “Il senso di una fine”. Come ai vecchi tempi centellino pagine che mi piace rimuginare a lungo. [Ricordo i nostri pomeriggi domenicali…Napoli si svuotava improvvisamente e noi camminavamo in silenzio. Ricordo la mia ansia nell’attenderti su una panchina di legno e il tuo viso accigliato mentre scendevi dall’autobus. Già, la mia ansia. Era il sintomo – dicevi – di un amore ingestibile. Non sorridevi, assorta nei tuoi pensieri stavi con la tua ansia autunnale…scomparivi in vicoli che sapevi solo tu. Non ti ho mai cercato. Mai come adesso.]
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